Questo cammino interpoderale si trova immerso nella bellissima “Piana degli Scrisi” tra il comune di Pizzo Calabro e quello di Maierato. Parte di questo itienarario è inserito nel percorso “Coast to Coast” che attraversa la Calabria dal Mar Ionio al Tirreno partendo da Soverato e terminando a Pizzo Calabro.
Il percorso è di difficoltà media, con declivi piacevoli e non faticosi che consente di ammirare la magnifica vista del golfo di Sant’Eufemia Lamezia in tutta la sua meravigliosa estensione, parte delle isole eolie con l’isola di Stromboli nella sua bellezza trionfante e i monti dell’Orsomarso nel Parco Nazionale del Pollino con la sua vista mozzafiato sulla Costa degli Dei.
A seguire sarà possibile ammirare i ruderi della città normanna di Rocca Angitola,completamente distrutta dal terremoto e successivamente abbandonata, dove dall’alto si gode di una spettacolare vista su tutto il comprensorio delle Serre.
Ci si affaccerà sul Lago artificiale dell’Angitola, oasi del WWF luogo di riposo e riproduzione di numerose specie di uccelli tra cui l’airone cenerino, simbolo del Parco Naturale Regionale delle Serre.
Al termine del percorso di circa 3 ore tra andata e ritorno, sarà possibile degustare alcuni prodotti tipici locali prodotti da aziende ricadenti nel comune di Maierato e godersi la tranquillità dell’area verde vicino alla fontana degli Scrisi fontana del 1700, nota come Fontana Scrisi. Di fronte ad essa si trova la villa del Marchese Gagliardi del 1800, collocata in territorio di Pizzo (VV). Un tempo, nella Piana degli Scrisi passava la Via Popilia, la strada romana che collegava Capua a Reggio.
Il percorso potrà essere vissuto con la Guida Ambientale nei seguenti giorni:
Ogni prima e terza domenica del mese dal 30 Maggio al 26 Settembre previa prenotazione sul modulo presente in questa pagina.
L’esursione si effettuerà al raggiungimento minimo di 10 partecipanti.
Il punto di ritrovo è presso l’area verde attrezzata della Fontana degli Scrisi, sulla strada che da Maierato conduce verso il Popilia Resort del Gruppo Callipo.
Si raccomanda di utilizzare scarpe adeguate a terreni scoscesi possibilmente rigide a caviglia alta e abbigliamento leggero specie durante il caldo d’estate. Un cappellino per proteggersi dal sole e una borraccia da riempire all’inizio del percorso sono sempre utili.
Quota individuale di partecipazione adulti | € 15,00 |
Quota bambini sotto i 10 anni | € 5,00 |
Quota bambini dai 10 ai 18 anni compresi | € 10,00 |
Quota famiglia 2 adulti e 2 bambini (da 0 a 18) | € 20,00 |
La quota comprende: Organizzazione Tecnica, Assicurazione RC per danni causati a terzi, Assistenza Tecnica, Guida Ambientale in lingua italiana, degustazione di prodotti titpici locali con possibilità di acquisto, materiale divulgativo.
La quota non comprende: Mance ed extra di carattere personale, tutto ciò che non è menzionato nella dicitura “la quota comprende”
Lago Angitola
L’Oasi del Lago dell’Angitola si trova in un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC IT9340086) nei Comuni di Monterosso Calabro e Maierato (Vv).
L’area si estende per circa 875 ettari e comprende un lago artificiale sul fiume Angitola che offre un rifugio sicuro a molte specie di uccelli. Nonostante le minacce agli ambienti naturali, in questo territorio è nata un’Oasi WWF dove l’alternanza di paesaggi crea una ricchezza di biodiversità unica.
Rocca Angitola
La leggenda vuole che la città fosse sorta sulle rovine dell’antica Crissa, fondata dal focese Crisso, fratello di Panopeo e prendesse il suo nome in tempi moderni dall’essere edificata sopra una Rocca dirimpetto al fiume Angitola. Durante il medioevo fu denominata Rocca Niceforo, in onore del condottiero bizantino Niceforo Foca il vecchio, che riuscì più volte a sconfiggere i saraceni, ed in epoca tardomedievale fu chiamata Kastron. Era cinta di mura e munita di torri e dai registri angioini risulta che nel 1276 contasse 1228 abitanti. Nella Reintegra scritta, con licenza di Ferdinando d’Aragona Re di Napoli, nell’anno 1474 risulta che Rocca Angitola aveva sotto la sua giurisdizione diciotto casali.
Nel 1532 vengono registrate 141 famiglie che passano a 263 nel 1545, ed a 275 nel 1651. Da questo momento inizia lo spopolamento favorito anche dai terremoti del 1638 e 1659. La città fu ufficialmente dichiarata abbandonata nel 1772. Infine il terremoto del 1783 distrugge le ultime, ormai abbandonate, costruzioni. Nel 1783 i pochi oggetti sacri risparmiati dal terremoto vennero portati nei paesi vicini, le tre campane della chiesa parrocchiale furono sistemate sul campanile della chiesa parrocchiale di Maierato, ed una di esse è tuttora in funzione. Lo splendido Crocifisso del 1400, noto come il “Padre della Rocca” fu trasferito nella collegiata chiesa matrice di San Giorgio Martire di Pizzo.